Stampa

Il valore dell'eredità del Presidente Obama | Hillary Clinton

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Il 20 gennaio 2017 gli Stati Uniti inaugureranno un nuovo capitolo. Un nuovo presidente salirà la scalinata del Campidoglio, solleverà la mano e presterà giuramento. Da quel momento, spetterà a lui o a lei decidere se difendere e continuare il cammino iniziato dal Presidente Obama o se buttare tutto al vento. Per me è una questione personale, non solo in qualità di cittadina statunitense schierata a favore del Presidente Obama, ma anche in qualità di persona che ha avuto l'onore di lavorare al suo fianco alla Casa Bianca.

Ricordo benissimo il giorno successivo alle elezioni del 2008, quando il Presidente eletto mi domandò di incontrarlo a Chicago. Alla fine mi chiese di diventare segretario di Stato. Inizialmente parlammo di tutto ciò che stava facendo per prepararsi al suo primo mandato e di tutto quello che aveva imparato sulla crisi economica che la nostra Nazione stava vivendo. Il nuovo Presidente eletto teneva riunioni tutti i giorni, a volte anche più di una al giorno. Le notizie non erano affatto positive, mi disse: "è molto peggio di come ce l'hanno descritta".

Aveva ragione.

Quando Obama prestò giuramento, eravamo sull'orlo di un'altra Grande depressione. Prima che il periodo peggiore fosse passato, perdemmo 800.000 posti di lavoro al mese, 5 milioni di statunitensi persero le loro case e furono bruciati i risparmi delle famiglie per una cifra pari a 13 miliardi di dollari. Contemporaneamente, la nostra industria automobilistica, che per decenni aveva rappresentato l'orgoglio dell'industria manifatturiera e dell'ingegno statunitense, si trovava sull'orlo del collasso. Si rivelò la seconda peggiore crisi finanziaria nella storia del nostro Paese. Il presidente Obama è riuscito a dare una risposta risolutiva a quella situazione. Basta dare uno sguardo allo scenario attuale. Da settanta mesi assistiamo senza sosta alla crescita dei posti di lavoro nel settore privato. Le nostre aziende hanno creato 14.1 milioni di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione attuale è il più basso degli ultimi sette anni e l'industria automobilistica ha registrato il suo anno migliore di sempre.

Si tratta di un record piuttosto eccezionale per qualsiasi presidente, per non parlare del fatto che il suo insediamento è avvenuto nel bel mezzo di un disastro economico. Ma c'è di più. A Wall Street abbiamo imposto le norme più severe che siano mai state in vigore dagli anni trenta. Abbiamo creato il Consumer Financial Protection Bureau (Ente per la Protezione Finanziaria dei Consumatori) che in poco più di un anno di attività ha restituito ai risparmiatori quasi undici miliardi di dollari. Abbiamo riconsolidato la nostra posizione all'estero. Sotto la guida del presidente Obama, abbiamo lavorato con il Congresso e con le Nazioni Unite per imporre sanzioni vincolanti all'Iran, il che ha spianato la strada per il raggiungimento di un accordo storico che impedirà all'Iran di approvvigionarsi di armi nucleari. Abbiamo lottato per i diritti delle persone Lgbt e per i diritti delle donne di tutto il mondo. Abbiamo riconsegnato Osama Bin Laden alla giustizia. Inoltre, grazie a un intenso lavoro diplomatico del Presidente e dei suoi uomini, circa duecento nazioni hanno firmato un accordo storico per dare una risposta all'incombente minaccia del cambiamento climatico. Vanno ricordati anche i passi in avanti realizzati in merito a una questione che mi sta molto a cuore: l'assistenza sanitaria di qualità resa accessibile a tutti. Grazie all'Affordable care act, diciotto milioni di statunitensi hanno finalmente una copertura sanitaria. Altrettanti cittadini possono godere di alcuni benefici, quali le cure preventive gratuite. Gli statunitensi possono dormire sonni più tranquilli perché sanno che non gli verrà più negata la copertura assistenziale, come succedeva in passato. Già sotto il governo di Harry Truman, i Democratici tentarono di estendere l'assistenza sanitaria a tutti i cittadini. Il presidente Obama è riuscito nell'opera. Adesso è il momento di continuare a crescere partendo da questi successi, abbattendo le spese accessorie e facendo in modo che ogni cittadino statunitense ottenga l'assistenza cui ha diritto.

Se si fa un passo indietro e si guarda a quello che gli Stati Uniti sono riusciti a realizzare negli ultimi otto anni, è rimarchevole costatare quanta strada si stata percorsa. È ovvio che i Repubblicani non ve lo diranno mai: sono sempre pronti a demonizzare e svilire il Presidente Obama. Nell'ultimo dibattito delle primarie del Partito Repubblicano, i due candidati hanno fatto riferimento al Presidente con l'epiteto di "bambino". Non c'è posto nella nostra politica per una simile retorica razzista. Piuttosto che insultare il nostro Presidente, dovremmo ringraziarlo.

Non solo i Repubblicani dedicano al Presidente critiche feroci, ma minacciano anche di annichilire tutto quello che è stato in grado di realizzare. Vogliono abrogare l'Affordable Care Act, tanto da votare almeno cinquanta volte a favore dell'abrogazione. Sono bravi a disintegrare i diritti dei lavoratori e i diritti degli elettori. Vogliono privare le donne dei diritti relativi alle decisioni concernenti la loro salute. Alcuni vogliono addirittura cancellare l'uguaglianza dei matrimoni, che rappresenta uno dei successi maggiori nel campo dei diritti civili nella storia americana.

Per farla breve, vogliono farci fare un balzo indietro e cancellare qualsiasi progresso raggiunto, per il quale abbiamo lottato duramente. Non possiamo permettere che questo accada. In qualità di Presidente, continuerò l'elenco dei successi ottenuti dai Democratici. Difenderò quello che il Presidente Obama ha ottenuto e proseguirò il suo percorso. Lavorerò per far aumentare i redditi della classe media, per rendere l'università accessibile, per alleviare il peso del debito relativo alle tasse universitarie, per proteggere gli statunitensi della comunità Lgbt da ogni discriminazione, per preservare l'accesso delle donne all'assistenza sanitaria e alla libertà riproduttiva e per mantenere gli Stati Uniti al sicuro da minacce interne ed esterne. Inoltre, non permetterò mai che l'Affordable care act sia abrogato.

Nel corso degli ultimi otto anni abbiamo compiuto progressi enormi, si tratta di elementi che né sono scartabili, né possono essere trattati con leggerezza. Facciamo in modo che il progresso continui. Non portiamo indietro le lancette dei nostri orologi. Abbiamo fatto tanta strada. Abbiamo raggiunto grandi obiettivi. Possiamo raggiungerne molti altri per il bene delle nostre famiglie, delle nostre comunità e del Paese che amiamo. Insieme possiamo costruire un'economia e una nazione efficiente per tutti. Sarebbe questa la vera rivoluzione.

Questo post è stato pubblicato per la prima volta su The Huffignton Post ed è stato poi tradotto dall'inglese da Valentina Mecca

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna